Le radici non si recidono mai!!

Le radici non si recidono mai!!
BISNONNO E BISNONNA; foto fatta nel 1915 a Berchiddeddu dove la famiglia si recava,a causa della transumanza, per permettere al bestiame di avere pascoli abbondanti anche durante l'inverno; si ritornava al paese verso maggio, quando le temperature si facevano più miti e quando la vegetazione, ormai gia secca in Gallura, a BUDDUSO' era verdeggiante e lussureggiante

lunedì 15 settembre 2008

Rione "Su Padru" visto dal rione "Su Tulchis"



Alcune vedute del rione "Su Padru". E' ben visibile, sulla sinistra, il profilo del monte "Sa Serra". Nelle ultime due foto si scorge, fra i due rilievi di "Monte Paule" e "Monte Intulzu", il paese di Pattada. Il rione Su Padru è stato interessato negli ultimi quarant'anni da un notevole sviluppo edilizio. Fino agli anni cinquanta le abitazioni erano poche e immerse nella campagna e negli orti. Ora le case si spingono fino alla zona denominata "Santa Anastasia" e "Barile" andando a consumare i terreni agricoli più fertili di Budduso'. Purtroppo, come in tanti paesi della Sardegna, le nuove coppie tendono a costruire case in periferia lasciando il centro storico parzialmente disabitato e "sfilacciando" il tessuto urbano e anche sociale del paese.
Un altro elemento, questa volta negativo, messo in evidenza dalle foto è l'accumulo di discariche di cava che deturpano il paesaggio e sono in netto contrasto con la bellezza dei luoghi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Due parole su "Su Padru", un pò perchè ci ho vissuto per tanti anni e un pò perchè,seppur essendo un rione molto recente, dava e in parte dà ancora abitazione a "curiosi" personaggi del paese. A torto o ragione è definito come il rione dei bugiardi e, conoscendo chi frequenta il blog, più a ragione che a torto:)))!!!Il rione come già detto dal responsabile del blog in home page è punto di passaggio per le campagne poste ad ovest, pertanto la mattina (è un eufemismo, visto che si parla delle 4,30)si potevano sentire gli zoccoli dell'asino di un vecchio (poi diventato quasi centenario), riconoscibile ai più per il suo forte accento nasale, che ticchettavano nel silenzio in direzione Sa Serra. Dopo poco si sentiva il rumore della moto Garelli di un "eminente" bevitore del paese (sempre in direzione Sa Serra) che, lasciata l'amata somarella, optò per la suddetta motoretta, con non pochi patemi per i pedoni e per chiunque si preoccupasse della sua incolumità fisica, a volte messa a dura prova da asfalto abrasivo, rovi e paracarri.Verso le 5,00 iniziavano a scaldare i motori dei camion e dei semirimorchi dei venditori di legna che si preparavano ad uscire "A viaggiu". A quel punto si era svegli completamente. Questo in inverno non era esattamente un piacere, in quanto tirare fuori il naso dalle innumerevoli coperte era un atto di coraggio, uscire per andare a scuola con "sa ranzoledda" che formava volute sul terreno ghiacciato, era un atto di eroismo. Va detto anche che, con il progredire dell'età, si trovavano "rimedi" miracolosi contro il freddo, a scapito magari degli ingressi a scuola. D'estate invece l'appuntamento era a "S'Aldosu", zona di incolti praticamente dentro il paese, dove veramente a giugno i colori erano Vangoghiani, e lì si effettuavano prove di forza, di coraggio e quant'altro, ma anche sui "monti di Siuccia"... Ho piacere di ricordare una composita banda di ragazzi che alla fine degli anni settanta ha lasciato in quel rione e nei ricordi degli abitanti segni indelebili del proprio passaggio;))). Infine il pallone....il ritrovo era la piazza di Mariotto ma, soprattutto dopo il rinnovo della facciata in graffiato di una casa adiacente, questo spazio era stato interdetto ai novelli Zoroddu e Canu (che erano gli idoli dei ragazzi del paese all'epoca). Allora ci spostava al "campo delle medie", che però aveva l'inconveniente di essere situato su un'alta terrazza, per cui quando ci si lasciava andare a qualche tiro un pò troppo.....si correva il rischio di dover riscendere a Mariotto per raccogliere il pallone. Le sfide con gli altri rioni si svolgevano nel campo ufficiale di "Sant'Umbrosu", un tempo campo della POlisportiva. Va detto che qualcuno di quei mocciosi rachitici, bassi, grassi "anchitoltos" ha avuto dei discreti riscontri dal calcio, almeno a livello dilettantistico, e colgo l'occasione per salutare un fraterno amico che, seppur poco frequentato negli ultimi anni a causa degli impegni, resta sempre a me carissimo. Ci siamo anche scontrati sui campi di calcio della Sardegna (momento per me sempre molto coinvogente) e io sono stato molto invidioso di lui, perchè portava la fascia da capitano ....Del Buddusò!!!

Anonimo ha detto...

mi complimento per il blog, ed anche per il commento nostalgico di questo Ragazzone che dovrebbe tornare più spesso a vedere i cambiamenti di tutti questi luoghi. ti saluto caro Marco