Le radici non si recidono mai!!

Le radici non si recidono mai!!
BISNONNO E BISNONNA; foto fatta nel 1915 a Berchiddeddu dove la famiglia si recava,a causa della transumanza, per permettere al bestiame di avere pascoli abbondanti anche durante l'inverno; si ritornava al paese verso maggio, quando le temperature si facevano più miti e quando la vegetazione, ormai gia secca in Gallura, a BUDDUSO' era verdeggiante e lussureggiante

martedì 22 luglio 2008

Tandalo' vent'anni fa'.


Ero stato a Tandalo' nell'agosto del 1987 ed ero rimasto colpito da un luogo ricco di fascino, con le sue casette diroccate sul crinale della collina, e con i segni evidenti della non remota presenza umana resa evidente dai muretti a secco che delimitavano le proprietà, dalle stradine ancora segnate, dagli alberi di mandorlo e di fico.
Il caldo abbacinante rendeva il tutto ancora più irreale.Tutt'intorno solo qualche raro cespuglio, soprattutto vicino al ruscello e non un rumore che non fosse l'assordante richiamo d'amore delle cicale.Ogni tanto qualche lucertola faceva capolino sulle pietre ma subito si ritraeva intimidita dal caldo e dalla luce accecante mentre nel cielo volteggiava vigile una poiana. Sotto s'eliga manna trovai un po di ristoro ed ebbi modo di osservare attentamente ciò che mi circondava; rimasi colpito dalla scarsità della vegetazione; il colore dominante era il giallo del fieno e delle sterpaglie e compariva all'orizzonte solo qualche raro albero di leccio e sughera con ancora i segni evidenti dei ripetuti incendi. All'improvviso un tintinnio ruppe la monotonia del canto delle cicale e solo allora mi accorsi di un gruppo di capre che meriggiavano sotto l'ombra di una sughera spelacchiata. Alla magia del luogo subentrò la deformazione professionale e capii subito che la vegetazione era ridotta in quello stato proprio dal connubio incendi - pascolamento di capre; pensai che, allontanando le capre e salvaguardando il territorio dagli incendi la natura avrebbe ripreso il suo corso e, seppur lentamente, avrebbe ricostituito la copertura originaria cioè la lecceta, senza interventi di forestazione non sempre opportuni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono più molto giovane, ma sono di Buddusò, emigrato purtroppo; appartengo, come te...almeno da quanto trapela leggendo le tue parole, a quei pochi eletti capaci di ascoltare quello che la natura, spesso tramite il vento, urla tra le rocce ed il sottobosco di Tandalò.ho una nostalgia struggente del tempo trascorso ad ascoltare quei mistici silenzi, quando solo il rumore dei copertoni della mia mountain byke violava quella rasserenante pace.
A volte penso che lo spirito dei miei sia più facile trovarlo tra quelle antiche tracce del nostro passato...che tra le lapidi del cimitero.

P.S. complimenti per il blog.
giuseppe taras